Narni e dintorni

Il fiume nera

 

Narni non sarebbe la stessa senza il Nera, il fiume che le scorre accanto. Di certo si chiamerebbe diversamente, visto che il suo toponimo deriva da 'Nar', antico nome del corso d'acqua. E sarebbe priva di uno degli scorci naturalistici più belli del suo territorio: le gole che si aprono fra il monte Maggiore (alla cui sommità è costruita Narni) ed il monte Santa Croce, da cui la fronteggia l'abbazia fortificata di San Cassiano.

 

Sul tracciato dell'ex ferrovia Grandi pareti rocciose a strapiombo, boschi di lecci, grotte un tempo abitate da eremiti e l'antico abitato di Stifone. Senza dimenticare le imponenti rovine del ponte d'Augusto. Sono i 'punti d'interesse' del percorso verde che si snoda attraverso le gole del Nera, lungo il vecchio tracciato della ferrovia Narni Scalo-Nera Montoro, dismessa ormai da qualche anno. Riconoscibile attraverso un'apposita segnaletica, si può percorrere sia a piedi che in bici e cavallo, per cinque chilometri, fino all'oasi di San Liberato.

La montagna di Santa Croce La passeggiata lungo il fiume può essere l'occasione per osservare le tante specie ornitologiche che popolano la gola, dai passeri solitari ai colombacci, dai tordi ai colombacci e alla ghiandaie. O per immergersi nelle testimonianze del passato di Narni, fra l'epoca romana e il Medioevo. Percorrendo l'ex tracciato della ferrovia spunta l’indicazione per San Cassiano, raggiungibile dopo un bel tratto a piedi attraverso un sentiero che tocca gli eremi medievali di San Jaco e San Giovanni e miniere di ferro utilizzate sin dall’epoca romana.

 

 

Verso Stifone Proseguendo dritti lungo la strada principale invece si finisce nella vecchia galleria della ferrovia, priva di illuminazione, e dopo circa 40 minuti di cammino si arriva a Stifone, paese famoso per il suo lago blu cobalto immerso fra i boschi. Dalle caratteristiche case in pietra e dal silenzio interrotto solo dallo scrosciare delle sorgive presenti in vari punti dell’abitato. Una lunga storia che comincia in epoca romana, come porto fluviale, e si consolida nel Medioevo, quando la zona si riempì di mulini. Alla fine dell’Ottocento qui furono costruite due tra le prime centrali idroelettriche italiane.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

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