I protagonisti

L'attesa della Corsa all'Anello e l'instancabile lavoro degli attori principali

Il legame speciale che unisce il cavaliere ed il cavallo, la preparazione incessante alla Corsa All'Anello dei protagonisti, lontano da quei riflettori che su di loro si accenderanno domenica 8 maggio 2022, con l'evento finale

E’ una corsa ippica quella dell’Anello di Narni: le grandi feste, vicoli e piazze imbandierate fanno passare in secondo ordine il lavoro diuturno dei cavalieri che operano lontanissimi nelle scuderie dei terzieri: lì’ c’è una rappresentazione de il "campo de li giochi” e loro girano ore su ore per far capire al cavallo i movimenti da fare quando la seconda domenica di maggio scenderanno nell’arena di San Girolamo, che verrà intitolata quanto prima a Bazzucchi, il vero precursore della corsa. Per i fantini niente paludamenti, abiti da lavoro, intenti a non far trasparire tensione e voglia di vincere che invece c’è. Cercano la simbiosi, è un periodo di carezze, di coccole, che i cavalli tanto apprezzano. Lontani, lontanissimi. E’ vero, i nove cavalieri devono svolgere la cerimonia della benedizione delle lance, devono entrare in chiesa ma scelgono i cavalli di riserva per evitare a quelli titolari qualsiasi stress. Vanno davanti al parroco don Sergio Rossini e se ne tornano velocemente in scuderia a dare l’ultimo zuccherino alla bestia che li ha attesi sveglia. E’ l’altra faccia della medaglia: gli spettatori sono adusi a vedere uno spettacolo fatto di elettricità, quello della gara, dove tutti cavalli e cavalieri sono portatori di fortissimi stimoli, anche i cavalli, che lo capiscono da quando scendono dal grande van del terziere. Li aspettano due ore al massimo, senza remissione di peccati, via sulle curve, piegati al limite della fisica, velocissimi davanti al reggianello. Si fanno vedere nella loro bellezza, collo ardito, spesso insofferenti alle briglie. Ma loro lo sanno passata la grande tensione della corsa si rimonta nel van e si ritorna nella tranquillissima stalla. Ora, da qualche anno li aspetta una seconda prova, la Rivincita, ma quella sembra meno sentita ed anche loro sembra la snobbino. Insomma altri trecento sessantacinque giorni per tornare ancora alla seconda domenica di maggio quando la febbri "ippica” della città arriva al suo acme.

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