Leolandia, primi passi per il futuro parco giochi di Narni
Se ne parla da diversi anni, ma ora finalmente il parco giochi di Narnipotrebbe diventare realtà. Alcuni imprenditori della città umbra hanno dato vita a una società per creare 'Leolandia', nei pressi del lago di San Liberato.
Leolandia, un parco dedicato ai ragazzi
La zona si presta, e il territorio è ricco di spunti preziosi, a cominciare da quel nome latino - 'Narnia' - che ha ispirato C. S. Lewis per creare le sue 'Cronache', diventate ancora più famose fra i ragazzi di mezzo mondo dopo la serie di film omonimi usciti a partire dal 2005. Allora perché non far nascere proprio a Narni un nuovo parco giochi? L'idea è nell'aria da diversi anni, ma nel dicembre 2017 è arrivata la firma per la costituzione della società che dovrebbe realizzare il progetto, con il sostegno di alcuni imprenditori della città umbra, capeggiati dalla famiglia Giovannini (la stessa della società Genera di Nera Montoro, che si occupa di energie rinnovabili ed ingegneristica) e Giuseppe Ira, artefice del successo del parco divertimenti Leolandia, il primo in Italia per gradimento nel 2017 secondo Tripadvisor.
Leolandia: l'esempio di Bergamo
Leolandia Umbria - questo il nome della società - potrebbe
quindi realizzare un'area divertimenti pensata espressamente per i più piccoli,
sulle orme di quella esistente a Capriate San Gervasio, in provincia di
Bergamo, dove sono in programma show dedicati a Peppa Pig, Masha e Orso, PJ
Masks, e trovano posto anche 160 riproduzioni in scala dei monumenti più belli
d'Italia, un acquario, un rettilario e un'area aperta con animali da fattoria e
una collezione di pappagalli. Non si sa ancora se il parco giochi di Narni ruoterà
attorno alle stesse tematiche o magari sceglierà di valorizzare le peculiarità
medievali della zona, oppure i legami con le 'Cronache di Narnia' di Lewis, ma
di certo l'obiettivo è quello di eguagliare, almeno in parte il record di oltre
800mila visitatori registrato nel 2016 dal parco lombardo, con 22 milioni di
euro di fatturato e 600 lavoratori assunti nel periodo di alta stagione. Le
idee di certo non mancano - si parla di un sito completamente sostenibile dal
punto di vista dell'energia elettrica e di una ristorazione 'a chilometro zero'
- ma prima però servono le autorizzazioni amministrative necessarie per
realizzarlo e soprattutto l'appoggio della Regione Umbria.