La Corsa all'Anello

La storia della Corsa all'Anello

La Corsa all'Anello di oggi affonda le sue radici nel Medioevo e nei tradizionali festeggiamenti che i narnesi tributavano il 3 maggio di ogni anno al patrono san Giovenale, primo vescovo della città. Con riti e tradizioni codificati dagli statuti cittadini rinnovati nel 1371.

L'omaggio a san Giovenale – La festa durava tre giorni. Dopo l'annuncio del banditore, il 1° maggio, nella sera del 2 per le vie del borgo si svolgeva una lunga processione guidata dalle autorità civili e religiose verso la cattedrale, dove i rappresentanti dei castelli e delle corporazioni offrivano dei ceri in omaggio al santo. Il 3 maggio, festa del patrono, i narnesi si dedicavano a giochi equestri: la corsa del Palio, gara di velocità fra cavalieri che si contendevano un Palio di seta dal valore di tre libbre d'oro, e la corsa all'Anello, in cui l'oggetto della sfida era un bersaglio del valore di 100 soldi cortonesi. Tanto il Palio quanto l'Anello venivano acquistati dalla locale comunità ebraica.

 

Dal Cinquecento ai giorni nostri – Nel Cinquecento la festa si arricchì di altri divertimenti, combattimenti tra bufali e tori, commedie messe in scena dai giovani narnesi, colazioni offerte alle donne del borgo. Il primo tentativo di riportare in vita queste tradizioni risale al 1948 quando monsignor Mauro Maurizi,con l'aiuto di uno storico locale, ripropose la Corsa in base ai dettami degli Statuti del 1371. Un'esperienza durata solo due anni, e poi ripresa nel 1969, grazie alla passione dei volontari dei terzieri. Una manifestazione cresciuta nel tempo, anche in virtù della sua fedeltà storica, e diventata una delle maggiori rievocazioni dell'Umbria insieme alla Festa dei Ceri di Gubbio e alla Quintana di Foligno.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.