Le antiche radici del vino Ciliegiolo

Sulle tavole dei narnesi addirittura dal 1200. O almeno dal 1371, come attesta la sua menzione negli statuti comunali della città. Fatto sta che il Ciliegiolo, nel passato usato solo per produrre vino da taglio, sta conquistando un posto al sole fra i vitigni più amati dell'Umbria.

Lo studio degli antichi vigneti

Il recupero del Ciliegiolo si deve a un manipolo di appassionati viticoltori guidati da Leonardo Bussoletti, che insieme al professor Leonardo Valenti della facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano ha cercato le origini del vitigno, realizzando una mappatura dei vecchi vigneti. Un lavoro accurato, che ha permesso di individuare circa 30 cloni di ciliegiolo nel territorio dell'attuale Igt Narni e di fare le prime selezioni.

L'Associazione Produttori Ciliegiolo di Narni

Da qui l'idea di recuperare questo vitigno, progenitore del Sangiovese, menzionato anche dall'agronomo cinquecentesco Giovan Vettorio Soderini nel suo 'Trattato della coltivazione delle viti, e del frutto che se ne puô cavare' , uno dei più celebri testi di viticoltura dell'antichità. Così, nel 2013, è nata l'Associazione Produttori Ciliegiolo di Narni, con l’intento di rilanciare e promuovere il Ciliegiolo nel panorama nazionale e internazionale. Oggi formata da 11 produttori dell'Umbria meridionale per un totale di 50 ettari. Nel 2015 a questo vino è stata dedicata anche la prima edizione di un importante manifestazione enologica, il Ciliegiolo d'Italia, con banchi d'assaggio, cooking show e incontri con le maggiori cantine italiane.

Le caratteristiche

Coltivato nell’area meridionale dell’Umbria e in particolare nei comuni di Narni, San Gemini e Amelia, il Ciliegiolo è un vitigno a bacca nera che si distingue per un caratteristico aroma dal sentore di ciliegia e frutti rossi. È un vino giovane e profumato che ben si abbina con primi piatti saporiti, sughi di carne, formaggi semi stagionati, carni alla brace poco cotte, salumi.