I protagonisti

Le Taberne: tra i protagonisti della Corsa all'Anello

Il cuore della Corsa all'Anello è molto vicino allo stomaco... e si trova nelle taverne che per tutta la durata della festa, a pranzo e a cena, accolgono narnesi e buongustai provenienti dalle città vicine. Nelle affollate hostarie nascoste fra le vie del centro storico, i cuochi dei terzieri di Mezule, Fraporta e Santa Maria preparano piatti tipici medievali ricreati in base a ricette originali del Trecento. Tutti molto saporiti e serviti rigorosamente in ciotole di terracotta o di pane duro.

 

I piatti – Nei menu declamati dai tanti volontari che ogni sera accolgono gli avventori delle taberne ci sono alcuni piatti che non possono mai mancare. A cominciare dalla polenta, condita con abbondante sugo al cinghiale, dai manfricoli, classica pasta narnese fatta con acqua e farina , e dagli gnocchetti di pane. Ma la vera regina della tavola è la carne: fegatelli, salsicce e agnello alla brace, spezzatino di cinghiale, cotiche (con gli inseparabili fagioli). Per chi vuole stare 'leggero', ci sono anche taglieri con crostini, affettati, formaggi e fave, o focacce farcite di prosciutto o patè di fegato, serviti nei tanti forni aperti nei vari terzieri.

 

Il vino e la goliardia – Ma chi è stato alle taverne di Narni almeno una volta le ricorda soprattutto per la bella atmosfera che sprigionano. Si sta stretti sulle panche di legno, al lume delle lanterne appese al soffitto, e fra una portata e l'altra può capitare di essere coinvolti in sfottò pre-gara, declamazioni di poesie e stornelli. Il più famoso di loro è 'Filomè', una storica filastrocca che va cantata rigorosamente con il bicchiere pieno in mano, accompagnata da vigorose manate sul tavolo. Un gioco 'alcolico' in cui vanno seguite regole ben precise. Ad ogni colpo, ognuno deve passare il bicchiere alla sua destra, ricevendone uno da sinistra, continuando sempre a cantare "Filomè, Filomè, voglio stare insieme a te, sul sofà, sul sofà con lo zigolo zigolo za". Chi sbaglia un movimento, la strofa o versa il vino 'deve' bere, senza possibilità di rifiutarsi. Questa volta accompagnato dal canto degli amici che scandiscono: "Se l'è bevuto tutto e non gli ha fatto male; l'acqua fa male, il vino fa cantà!"

 

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