La Corsa all'Anello

I tesori della Cattedrale di San Giovenale

Non solo la rocca di Albornoz e la piazza di Priori. Per conoscere appieno l'identità e la storia di Narni ci vuole una visita alla cattedrale di San Giovenale, chiesa dove ancora oggi sono custodite le spoglie del patrono e primo vescovo della città, morto nel IV secolo d.C..

Dieci secoli di storia Da quasi mille anni, la cattedrale intitolata a San Giovenale sorveglia l'ingresso nel centro storico di Narni da due punti di vista: piazza Garibaldi, dove si trova la scalinata laterale che nei pomeriggi di sole si riempie di narnesi e turisti, e piazza Cavour, da cui si accede al portale principale. La sua consacrazione ad opera del pontefice Eugenio III risale al 1145, a quasi un secolo dall'inizio della posa della prima pietra, ma sono state tante le trasformazioni architettoniche subite fra il Medioevo e il Quattrocento inoltrato, in stretta contiguità con l'adiacente oratorio di San Giovenale.

Le reliquie di san Giovenale La quarta navata della chiesa ospita quello che per certi versi è un po' il fulcro dell'edificio: il sacello dei santi Giovenale e Cassio, entrambi vescovi di Narni. Qui, dalla porticina visibile sul fondo, si accede ad una piccola grotta dove dal IX secolo si trova il sarcofago di calcareo che conserva il corpo del patrono, rimasto ignoto a tutti dalla fine dell'800 al 1642, quando fu riscoperto dal vescovo Giampaolo Bocciarelli. Un ambiente suggestivo anche per la presenza di frammenti di pavimenti cosmateschi, ricomposti nel Rinascimento, e di un mosaico del IX secolo raffigurante il Cristo benedicente.

La tomba della Beata Lucia In questo edificio è custodito un altro simbolo della devozione narnese: le spoglie della Beata Lucia, al secolo Lucia Brocadelli, nobile narnese terziaria domenicana. Il suo corpo riposa nella cappella settecentesca della famiglia Sacripante dal 1935, anno in cui fu restituito alla città, quasi quattro secoli dopo la sua morte avvenuta a Ferrara nel 1544.


Meraviglie da scoprire
Nella cattedrale di San Giovenale si trovano alcune delle più belle e importanti testimonianze dell'arte rinascimentale lombarda in Umbria: il portico, la cappella dell'Università dei Muratori, l'arco trionfale scolpito da cui si accede alla cappella del Santissimo Sacramento. Fra le altre 'chicche' della chiesa si segnalano la statua di sant'Antonio abate e la tempera raffigurante san Giovenale opera dell'artista senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, e il monumento al senatore
Pietro Cesi attribuito a Bernardo da Settignano detto il Rossellino, ricordato da Gabriele D'Annunzio nella poesia 'Le città del silenzio, dedicata a Narni.

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