Storia

Il tesoro nascosto di ponte Cardona, il centro geografico d'Italia

Fra le pagine della storia di Narni si celano antiche leggende. Spesso legate a personaggi storici realmente esistiti o a celebri monumenti della città. Come il ponte Cardona, costruito da Marco Cocceio Nerva nel I secolo d.C. e individuato come l'esatto centro d'Italia dall'Istituto geografico miltare.

Il ponte romano
Per vedere il ponte Cardona servono un po' di buona volontà e un paio di scarpe comode. Si raggiunge percorrendo un sentiero segnalato che parte dalla località Il Montagnone, nei pressi di un ristorante, e si snoda attraverso un bosco di querci e lecci lungo il tracciato dell’acquedotto romano della Formina. All'improvviso, eccolo spuntare fra la vegetazione a cavallo del fiume da cui prende il nome. Realizzato in opera quadrata con conci di calcare locale, presenta un solo arco a tutto sesto, appena rialzato ed alto quasi 8 metri.


Il centro geografico d'Italia
Dov'è situato veramente il centro geografico d'Italia? A lungo reclamato dalle città di Rieti, Foligno e Monteluco, frazione di Spoleto, alla fine l'Istituto geografico miltare l'ha assegnato a Narni, giusto in corrispondenza con il ponte Cardona. Alle coordinate 42° 30’ 11", per la latitudine, e 12’ 34’ 24", per la longitudine. La disputa per l'assegnazione di ombelico della terra italica è finita nel 2015 sulle prime pagine di giornali e telegiornali, con tanto di botta e risposta a distanza fra i rispettivi sindaci.


Il tesoro nascosto
Nell'antichità la strada che collegava Narni a Sant'Urbano incrociava l'acquedotto della Formina e per ponte Cardona, nel bel mezzo del bosco. Narrano le leggende che fosse un punto non tanto amato da chi doveva attraversarlo a piedi di notte e in particolare da un frate questuante del convento di Sant’Urbano che la percorreva ogni giorno. Improvvisamente scomparso, il frate apparve in sogno a Giovenale, un uomo che abitava vicino al ponte e lo vedeva sempre passare di lì, dicendogli che sotto il ponte era nascosto un tesoro. Detto, fatto, Giovenale si mise a scavare finchè con la pala non toccò la cassa metallica che gli aveva indicato, ma fu costretto a lasciare il lavoro a metà per l'arrivo di un improvviso temporale. Tornò il giorno dopo per finire l'opera, o forse no, la leggenda non lo dice chiaramente. Ma ancora oggi, proprio vicino al ponte c'è una buca: chissà se qualche metro più sotto c'è un tesoro da scoprire.

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